L’approccio italiano al lavoro
In italiano si dice «paese che vai, usanze che trovi» e questo è soprattutto vero e attuale quando si parla di lavoro.
L’approccio al lavoro a Mosca si differenzia totalmente dall’approccio italiano. Le nostre mamme ci dicono sempre che la cosa più importante è trovare un contratto a tempo indeterminato e lavorare nello stesso posto fino alla pensione, per vivere serenamente. Per la mentalità italiana il cambio di lavoro è una percorso complicato, che richiede molto tempo, determinazione e una chiara raffigurazione di quello a cui aneliamo. Va da sè, che questo percorso non viene intrapreso spesso nella vita. Certo la situazione in Italia è oggi cambiata: ora a causa della crisi economica occorre cambiare lavoro non per propria scelta e un contratto a tempo indeterminato è diventato ancora di più un sogno.
A Mosca è tutto il contrario! Cambiare lavoro non è un problema. Si può sempre trovare abbastanza in fretta un altro lavoro e cimentarsi in diverse aziende con diversi gruppi di lavoro. I dipendenti cambiano lavoro e professione così spesso che a volte non si riesce nemmeno ad abituarcisi. E spesso non è chiara la causa del cambiamento: va tutto bene, ma la persona vuole qualcosa di nuovo.
Un aspetto importante nella ricerca di lavoro in Italia è giocato dalla sua ubicazione, o meglio dalla sua vicinanza a casa. Al contrario, a Mosca la distanza non ha praticamente alcun significato: le persone vivono fuori città e raggiungono il posto di lavoro in 1,5-2 ore di viaggio. Ciònonostante sono poche le persone che se ne lamentano, perchè lo ritengono essere quasi la norma.
Un altro aspetto non meno importante è, cosa non strana, il rapporto con il cibo e, in particolare, con la pausa pranzo. In Italia è un’ora “sacra”, alla quale ogni lavoratore ha diritto. Quest’ora ha più di un significato: ha un valore cronometrico (metà giornata lavorativa è già alle spalle), sociale (possibilità di comunicazione con i colleghi e pianificazione del tempo libero) e anche lavorativo (i clienti o i partner, rilassandosi con la famosa cucina italiana, possono tranquillamente discutere i momenti ostici di un contratto o di una collaborazione). A disposizione del personale c’è sempre una mensa a prezzi bassi oppure dei «tickets restaurant»: biglietti magici per l’alimentazione che i datori di lavoro forniscono a tutti i dipendenti in aggiunta allo stipendio e che sono utilizzati al posto dei soldi per pagare il conto in bar e locali escusivamente in pausa pranzo nei giorni feriali.
A Mosca la pausa pranzo è una formalità. Per legge esiste, ma di fatto tutti preferiscono mangiare qualcosa al volo in 10 – 15 minuti in ufficio o nelle sue vicinanze (ecco dove la vicinanza ha importanza!) e rientrare al lavoro.
Però in Russia amano festeggare i giorni di festa in ufficio insieme ai colleghi (le feste più popolari sono i compleanni dei dipendenti, Capodanno, l’8 marzo “la festa delle donne” e il 23 febbraio “la festa degli uomini”). In Italia, al contrario, alcune grosse aziende hanno inserito la regola che prevede un giorno di vacanza retribuito per chi compe gli anni in un giorno feriale.
Non sta a me stabilire quale dei due approcci sia migliore, se quello italiano o quello russo, o meglio moscovita, poichè Mosca e la restante parte della Russia sono molto diverse tra di loro. Ognuno può avere la sua opinione e fare la sua esperienza personale. L’importante è rapportarsi con rispetto alle diverse mentalità, soprattutto quando ci si trova in un altro paese.