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Quando si svolge una traduzione in autonomia, se non si è professionisti nel campo della traduzione, si incontrano spesso alcune espressioni, imprecisioni che “tradiscono” l’autore della traduzione e che necessitano di revisione. Ad esempio, un traduttore inesperto o un cliente che conosce bene la lingua, spesso non rispetta l’impaginazione dell’originale, ritenendo che non sia importante oppure non traduce quello che c’è tra parentesi (come le scritte in parentesi nei moduli, quali “nome e cognome”, “firma”, etc.). In una traduzione professionale questi errori sono inammissibili!

Ogni lingua ha le proprie peculiarità, quindi anche l’italiano. Spesso prendiamo ordini di revisione e redazione di traduzioni dal russo all’italiano. La nostra fantastica traduttrice madrelingua italiana, Claudia Redigolo, ha preparato un elenco dei dieci errori più tipici che si incontrano nelle traduzioni in italiano svolte solitamente da non madrelingua.

1. Gli articoli

Riguarda le traduzioni svolte da non madrelingua italiana, anche se residenti da molto tempo in Italia. Da un articolo sbagliato o dalla mancanza di articoli si nota subito che il traduttore non è italiano.

2. Le date 

In italiano, a differenza del russo, solo il primo del mese diventa numero ordinale, quindi primo. Negli altri casi resta un numero cardinale. Ciò va tenuto presente soprattutto quando si scrivono le cifre in lettere. Spesso è presente l’articolo prima della data (di nascita, ad esempio) nei certificati o negli atti. Non è sempre corretto. Se vengono solo elencati i dati dell’interessato, non c’è necessità di usare l’articolo.

3. Le cifre in lettere 

Scrivere le cifre in lettere è difficile in tutte le lingue e l’italiano non fa eccezione. Spesso gli stessi italiani commettono errori. Meglio controllare nel dizionario o nell’enciclopedia, ma la regola più semplice prevede che le cifre si scrivano in un’unica parola. Ad esempio: millenovecentonovantanove (1999), duemiladieci (2010).

4. La parola sì. Sembra a prima vista una delle parole più semplici della lingua italiana

Ma si scrive con l’accento! Esiste anche la parola “si”, senza accento, ma ha tutt’altro significato. È proprio il caso di dire che qui l’accento ha importanza fondamentale.

5. La parola “patronimico”

Il concetto di patronimico è assente nella lingua italiana, noi abbiamo solo nome e cognome ed eventualmente un secondo nome. Ma la traduzione del concetto di “patronimico” è proprio questa e non conosce varianti. Le altre opzioni che capita di vedere nelle traduzioni, quali “paternità”, “patrocinio”, etc., sono errate!

6. Nelle traduzioni in italiano svolte da non professionisti, spesso mancano accenti e apostrofi

Certo, non tutti hanno la tastiera italiana o la voglia di installarla sul proprio pc, ma si può usare la funzione di Word “Inserisci simbolo”, per trovare la lettera occorrente. Sottolineiamo che scrivere “citta” al posto di “città”, o “dell indirizzo” invece di “dell’indirizzo” sono errori. È come se in russo scrivessimo “новыи” invece di “новый” o “чуть чуть” al posto di “чуть-чуть”.

7. La punteggiatura

In ogni lingua esistono le proprie regole di punteggiatura. Ad esempio, in russo si può mettere la virgola prima delle parole “что” (che) e “и” (e), mentre in italiano è errore. Il trattino breve, inoltre, in italiano è usato piuttosto raramente.  

8. Le abbreviazioni

In russo si usano moltissimo le abbreviazioni. Ma spesso non ci sono degli equivalenti italiani, quindi il traduttore deve esplicitarle e tradurne il significato. È importante sottolineare che la cosa riguarda anche le abbreviazioni più diffuse, quali quelle usate per indicare il numero unico di registrazione statale, il codice fiscale, il Ministero dell’Interno, il Ministero degli Affari Esteri, il Servizio Federale della Migrazione, etc. (rispettivamente: ОГРН, ИНН, МВД, МИД, ФМС).

9. La parola “отчисление” nei certificati accademici

Spesso viene tradotta come “espulsione”. Certo, è una delle possibili traduzioni, ma ha un significato specifico. Significa che la persona è stata appunto espulsa, mandata via contro la propria volontà, per esempio per comportamento non etico. Spesso non è questo il caso, quindi meglio utilizzare la versione più neutra “disiscrizione”.

10. I realia

In filologia esiste il concetto di realia che definisce un aspetto determinato, un oggetto specifico di un determinato paese. Ad esempio, in Russia esiste il tribunale di arbitrato e di arbitrato per cause commerciali (rispettivamente in russo “арбитражный суд” и “третейский суд”), mentre in Italia non c’è questa distinzione. Lo stesso riguarda la divisione amministrativa. Ad esempio, in Russia esistono i soggetti federali, le repubbliche, le circoscrizioni, mentre in Italia ci sono regioni e province. Quindi, per una traduzione davvero di qualità è importante conoscere i realia di entrambi i paesi e non solo la lingua.

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